Sarebbe il responsabile del tentato omicidio del 57enne avvenuto lo scorso 2 ottobre a Calimera (Lecce) il 30enne raggiunto oggi in carcere da un’ordinanza di custodia cautelare per tentato omicidio e porto abusivo di arma clandestina.
Stando a quanto si apprende, ad eseguire il provvedimento sono stati i carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Lecce che lo scorso novembre avevano già arrestato l’uomo perché aveva con sé una pistola libro 7e65 con matricola cancellata. Ad aiutare le indagini sono state sia le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza sistemate nel centro cittadino di Calimera, sia le testimonianze raccolte dagli investigatori subito dopo il tentato omicidio.
Secondo quanto ricostruito, il 30enne, a bordo di un’auto, avrebbe esploso quattro colpi di pistola centrando il 57enne in diverse parti del corpo. Il 18 novembre successivo, il 30enne è stato arrestato durante un controllo in zona Pip a Surbo (Lecce): l’uomo aveva una pistola e dai controlli era emerso che era evaso dall’istituto penitenziario di Lecce. Dopo un periodo di licenza iniziato a giugno, infatti, il 31 luglio scorso il 30enne non aveva fatto più rientro nella struttura carceraria rendendosi di fatto irreperibile.
Al momento del controllo oltre alla pistola con caricatore inserito contenente 8 cartucce, aveva un telefono cellulare con una sim intestata a un cittadino polacco che «risulterebbe trovarsi sul luogo del delitto il 2 ottobre 2022». La consulenza tecnica svolta sulla pistola e l’esame balistico disposti dalla procura di Lecce, hanno permesso di accertare la probabile coincidenza tra l’arma in possesso del 30enne e i bossoli delle cartucce rinvenuti la sera del 2 ottobre per ferire quasi mortalmente Doria.