Per la rubrica “Interviste D valore”, News.Superscommesse ha intervistato Gianmarco Antonacci, calciatore classe 2001 alla prima stagione con la maglia del Nardò. La squadra pugliese, impegnata nel Girone H di Serie D, è attualmente in piena zona play-off e, come ci racconta Antonacci, in questa stagione non vuole porsi limiti.
Gianmarco, il Nardò è partito bene in campionato e attualmente si trova nella parte alta della classifica. Dove può arrivare questa squadra?
Siamo molto contenti di essere partiti bene e ogni giorno lavoriamo per migliorarci cercando di ottenere il massimo ogni domenica, per arrivare più in alto possibile.
Si dice che la miglior difesa sia l’attacco. Il Nardò sta ottenendo ottimi risultati soprattutto grazie alla miglior difesa del girone. Questa statistica rispecchia il vostro modo di giocare oppure vorreste ottenere di più in fase offensiva?
Senza dubbio uno dei nostri pregi è la solidità del gruppo. Dall’attaccante al portiere, siamo tutti bravi a mantenere un certo equilibrio in campo. In questo momento sappiamo di avere qualche problema in fase offensiva, sulla quale lavoriamo per migliorare.
Sei al primo anno con la maglia della società pugliese. A distanza di qualche mese, sei contento della tua scelta?
Sono molto contento di aver fatto questa scelta e soprattutto sono entusiasta di far parte di questo gruppo che, giorno dopo giorno, sta diventando una vera e propria famiglia.
In campo sei una risorsa tatticamente molto duttile per il mister: tu in quale ruolo preferisci giocare?
Partiamo dal presupposto che a me piace restare sempre a disposizione della squadra. Se devo fare una scelta, preferisco giocare quinto a sinistra o terzino, sempre sul lato mancino. Dipende dal modulo che utilizziamo.
Considerando l’assenza dell’Italia, per quale Nazionale tiferai ai Mondiali?
Il mio idolo fin da bambino è Leo Messi, colui che mi ha fatto innamorare di questo sport, perciò senza dubbio farò il tifo per l’Argentina.
Che cos’è il calcio per te?
Il calcio per me è vita perché, anche grazie alla mia famiglia, ho avuto modo fin da bambino di praticarlo, seppur con molti sacrifici. Sono contento però di essere arrivato fino in Serie D. Questo non è un punto d’arrivo ma un punto di partenza, perché l’obiettivo è sicuramente quello di salire il più possibile di categoria. Conserverò sempre i valori della disciplina e l’umiltà che mi hanno insegnato i miei genitori e coloro che hanno fatto parte del mio percorso di crescita.