Ha grandinato in alcune parti della Puglia colpendo e distruggendo il nucleo del nostro essere orgogliosamente terroni: le nostre vigne, i nostri ulivi, i nostri fritteti. Siamo tutti partecipi del danno e dello scoramento che tali eventi portano con se.
Tanto tempo fa le istituzioni facevano finta di andare incontro agli agricoltori colpiti da calamità atmosferiche…adesso neanche la finta esiste più: è la mondializzazione cioè la religione della efficienza; chi perde deve morire. Punto! se è una grande impresa invece in quanto tale deve essere aiutata dalle piccole e dalla collettività tutta. “too big to fail” (troppo grandi per fallire) è il nuovo Vangelo secondo Obama privo della più elementare ed istintiva carità cristiana.
Nel frattempo è salito il prezzo dell’energia producendo gli stessi effetti di una grandinata sui conti di indistintamente tutte le imprese e anche di quelle agricole e una riduzione drastica della richiesta di alimenti di qualità e quindi del loro prezzo; cioè l’equivalente di due grandinate in una…ma nessuno se ne importa. Perché nessuno se ne importa? perchè dare una mano ad alcune imprese è “aiuto di stato” cioè un delitto; e poi c’è il debito pubblico che, “aiutando”, salirebbe al posto di scendere; quindi le piccole imprese grandinate o semplicemente clienti dell’Enel o altri similari, devono soffrire e se necessario morire sapendo che nessuno le piangerà: sono più Importanti le regole europee della loro sopravvivenza.
Un esempio ormai ricorrente è il prezzo delle ciliegie che crolla tutti gli anni e nessuno se ne frega; prezzo carissimo nei supermercati per i consumatori, ma sotto un euro per il produttore in campagna. Abbiamo proposto di donare a paesi instabili come la Libia un migliaio di quintali di ciliegie per alleviare le ristrettezze cui sono costretti i migranti nei campi di raccolta. Sarebbe un segnale importante di dolcissima italianità sia ai beneficiari ultimi, (gli aspiranti migranti) che ai signori della guerra tribale locale; nell’augurio di esportare lì un pezzettino della nostra cultura, tolleranza, saper vivere, socialità..ad un costo veramente irrisorio. Si profitterebbe dei prezzi bassi della frutta per avviare un dialogo fondamentale per costruire un rapporto collaborativo e di stima se non di affetto reciproco; tonificando il reddito di migliaia di persone addette a questa coltura
Niente, in Regione se ne sono certamente dimenticati perché in fondo se ne fregano profondamente del destino dei nostri agricoltori, e dell’immagine della Puglia e dell’Italia nel mondo e della necessità di costruire rapporti costruttivi almeno con i nostri vicini.
Che accadrà? Nulla, e anche senza grandine i prezzi bassi delle nostre produzioni in realtà sono in tutto delle vere e proprie grandinate su tutte le piantagioni pugliesi, nessuna esclusa, e ricorrente tutti gli anni.
CANIO TRIONE