In informatica si chiama deadlock.
Che cosa è? È una situazione di stallo in cui due o più processi si bloccano a vicenda; l’uno non può procedere senza che l’altro si muova.
Lo vediamo, spesso, quando si verifica un blocco di traffico dovuto al fatto che due auto occupano contemporaneamente il centro del crocevia.
Il dead lock è irrisolvibile senza un drastico intervento terzo che “ricominci tutto daccapo”.
È del tutto chiaro che l’unico antidoto al deadlock è prevenire che accada.
È del 23 maggio una indiscrezione di Dagospia che scrive:
“Draghi avverte Mattarella: con l’Europa, una figura di merda sulle riforme (Fisco, Catasto, Lavoro e Concorrenza) non me la posso permettere … Posso mediare ma sulle riforme non rinuncio alle promesse che ho fatto, in caso di bocciatura, sono pronto a rassegnare le dimissioni”.
Cosa è successo? L’Italia ha ricevuto dalla Commissione europea una lunga lettera; a questa è seguita una telefonata Mario Draghi/ Ursula von der Leyen.
Cosa dice la lettera, sotto la dizione gentile di “raccomandazioni”?
Ebbene, l’Italia deve attuare le riforme previste nel PNRR (fisco, catasto, lavoro e concorrenza); deve tagliare la spesa pubblica; deve ridurre il debito pubblico e il deficit.
Tanti “deve”, in un panorama burrascoso dove coesistono la vecchia crisi, non ancora risolta, generata dalle politiche anti-pandemiche; la nuova crisi generata dai forti esborsi per la fornitura di armi e sostegno per la guerra in Ucraina; la recente crisi generata dalla impennata dei prezzi dell’energia; i ritardi nella esecuzione del PNRR che non si riesce a mettere in modalità produttiva e reddituale.
Un Paese a terra.
E, sullo sfondo, ecco il riemergere dell’asse franco tedesco che, ormai chiaramente, cerca di divincolarsi prudentemente dal gioco imposto dagli USA, ormai in preda ad un parossistico delirio neoimperialistico, mentre l’Italia ne è ingabbiata.
Potremmo dire che tutto ciò è frutto di incompetenza, ignavia, incapacità e “cosciente inconsapevolezza” della nostra classe politica che ha sprecato ogni occasione, si è dilettata nella ricerca del consenso, ha pensato ai fatti propri e non all’Italia, tradendo il proprio mandato.
Ma a che servirebbe?
Rimandiamo, comunque, al mittente ogni eventuale scusa/alibi di parte.
Infatti, basti osservare che il fantastico Enrico Letta, segretario del votato partito dello stipendio fisso, noioso irriducibile e assurdo, pretenderebbe, in questo caos, di dedicarsi allo “ius soli” e al Decreto Zan generando inutili e artificiali divisioni e conflitti.
Dio solo sa dove vuole arrivare e quale siano i suoi obiettivi; noi siamo inclini a pensare che sia una tecnica di distrazione di massa.
Letta appare essere la negazione della Politica per il Paese.
Qualcuno potrebbe osservare che l’Italia ha firmato dei trattati, che è tenuta a rispettare.
Ma che dicono questi trattati? È mai possibile che questi trattati incidano così profondamente su specifiche tematiche interne? Chi l’ha pensata questa procedura?
Non ci si capisce più nulla!
La EU chiede, ad esempio, specificatamente, di “allineare i valori catastali ai valori di mercato”.
La EU chiede, ad esempio, di mettere a bando le concessioni delle spiagge.
È sorprendente che un terzo, possa entrare così nel profondo nella politica sociale del nostro Paese, con specifiche “raccomandazioni” da ultimatum.
Ma nascono alcune domande di principio. Ad esempio:
Il catasto non è una banca dati “geometrica”? Che c’entrano i valori di mercato dell’immobile?
Sembra ovvio che si punta ad una patrimoniale, cioè ad una tassazione di un reddito che non esiste. Dove finirà la promessa di Draghi al popolo italiano che la revisione del catasto non significa aumento della patrimoniale? Con quali soldi il cittadino potrebbe pagare una patrimoniale se non incassa un reddito?
Inoltre, i valori di mercato non li fissa il mercato? Forse che il mercato è stato sostituito dallo Stato?
Ma in che ideologia di Stato siamo precipitati?
È lecito il sospetto che la fame di soldi di questo Moloch statale, di questa dittatura burocratica piena di prebende e privilegi, dove i nostri professionisti della politica spendono a large mani in “investimenti non produttivi e reddituali”, sia inarrestabile.
Ma dove è il dead lock? Eccolo!
Il governo Draghi ha fatto delle promesse in Europa e ha presentato il Piano del PNRR, mettendo nero su bianco.
Il PNRR dovrebbe essere stato approvato dai nostri politici in sede parlamentare.
Domanda: come ha fatto il Parlamento e il Governo a sottoscrivere promesse e trattati senza che questi siano state oggetto di legge parlamentare?
Esempio: catasto e spiagge, per citare quelle a noi note dai media.
Allora, si porrà la fiducia; quindi, costrizione del dibattito parlamentare.
Oramai i nostri politici sono diventati “tecnici professionisti della politica”.
E, noi, non abbiamo simpatia per i tecnici al governo perché sono come cavalli con il paraocchi, che rispondono solo ad un sistema burocratico che spesso, va in contrasto normativo con sé stesso ed ha perso la bussola di ogni sistema valoriale.
Io, speriamo che me la cavo.
Antonio Vox
Presidente “Sistema Paese” – Economia Reale & Società Civile