Giusto chiudere la scuola per Covid? L’Italia partecipa ad uno studio internazionale

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Serve davvero chiudere le scuole per provare ad arginare un’emergenza infettiva come Covid-19? Come si potrebbe agire per evitarlo, garantendo ai ragazzi il diritto imparare e socializzare ‘in presenza’? La parola alla scienza, che cercherà di rispondere a questi interrogativi con il più ampio studio internazionale sui contagi a scuola e l’efficacia delle misure di contenimento anti Sars-CoV-2 o altre epidemie.

Il progetto si chiama Eucare (European cohorts of patients and schools to advance response to epidemics), è finanziato dall’Unione europea e coordinato da EuResist Network, che coinvolge 27 partner in 4 continenti. Tra questi l’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, che annuncia l’avvio della fase pilota in Italia.

Fra gli obiettivi c’è anche quello di valutare l’efficacia dello screening salivare come strumento utile a evitare nuove chiusure. Questo primo step durerà sino alla fine dell’anno scolastico – spiegano dall’Irccs – per verificare il funzionamento della complessa macchina dello studio e per raccogliere i primi dati. Ha aderito alla prima parte dello studio una scuola della provincia di Lodi (l’Istituto Maria Ausiliatrice delle Salesiane Di Don Bosco), e stanno per farlo due di Lecce (il Liceo scientifico ‘De Giorgi’ e l’Istituto comprensivo ‘Ammirato-Falcone’).

Lo studio vero e proprio comincerà poi a settembre con l’inizio del nuovo anno scolastico, coinvolgendo un maggior numero di scuole in Italia e all’estero. «Solo uno studio scientifico su dati reali, e che dia voce agli studenti investigando anche le loro reazioni alle misure di prevenzione – dichiara Francesca Incardona, coordinatrice del progetto – può rispondere ai quesiti ancora rimasti aperti. Per questo l’adesione delle scuole e degli studenti allo studio è molto importante».

Lo scopo della ricerca è «raccogliere sul campo le evidenze scientifiche che permettono l’adozione delle migliori pratiche per tutelare tutti i cittadini, e in particolare bambini e ragazzi, in fase di pandemia», evidenzia una nota Ieo, ricordando che «la diffusione mondiale dell’infezione da Sars-CoV-2 ha comportato la chiusura temporanea delle scuole nella maggior parte dei Paesi nella primavera del 2020 e parzialmente nel 2021, con un impatto su oltre il 90% degli studenti in tutto il mondo, pari a circa 1,6 miliardi di bambini e giovani».

Gli esperti puntano invece a «individuare un metodo efficace e sostenibile che permetta agli studenti di continuare ad andare a scuola senza interrompere la didattica in presenza, godendo al massimo della socialità necessaria e al tempo stesso di ridurre la paura di contagio», afferma Sara Gandini, responsabile dell’Unità Molecular and Pharmaco-epidemiology dell’Ieo e docente di statistica medica all’università Statale di Milano.

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