«Il genere, questa parola di cui tanto abusiamo, e che per le nuove generazioni è già fluida e ricca nelle sue diversità, è qualcosa che viene dopo o, a dirla tutta, che non dovrebbe venire proprio. Chi siamo noi per mettere un’etichetta? E poi a che serve? A chi serve? Ecco io credo che sia questo lo spirito della legge di Alessandro Zan: abbattere i pregiudizi per fare spazio al merito, punire chi crede di poter esercitare il diritto democratico a danno di qualcun altro quando invece è proprio la pluralità delle voci e delle visioni a dare nome e cognome alla nostra democrazia».
Lo scrive su Facebook la presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, nella Giornata contro l’omofobia, la biofobia e la transfobia.
«E’ questo – prosegue – anche il fuoco centrale della legge cui il Consiglio regionale della Puglia da mesi sta lavorando, confrontandosi con chi le discriminazioni di genere le vive ogni santo giorno. Io non lo so davvero cosa possa spingere qualcuno a dire che questa “non è una priorità”. Io penso che non ci sia cosa più urgente».