A Sorrento si sono dati appuntamento Ministri, Sindaci, Presidenti vari, per parlare di Sud. La ministra Carfagna ha deciso di affrontare la questione Sud, in quanto ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, il tutto rafforzato dal fatto che è una cittadina del Mezzogiorno. A questa patata bollente che da tempo viene chiamata Questione Meridionale, il ministro vorrebbe mettere la parola fine e, dice, che basta con le rivendicazioni! Il Sud deve riacquistare orgoglio e quindi deve puntare al futuro nel Mediterraneo. Come? se non chiedendo o rivendicando qualcosa? La nostra ministra sostiene di risolvere la Questione con la spesa pubblica finanziata con il PNRR e orientata a produrre energia “buona” (cioè verde) e a rafforzare le amministrazioni locali che non sono molto brave a progettare il come spendere i soldi pubblici; questo è, in sintesi, il meridionalismo carfagnano. Peccato che il Presidente Fico sottolineando e ribadendo la necessità di aumentare la produzione di energia pulita ricorda che già ne produciamo il 52% di tutta l’Italia! dimenticando però di dire che la esportiamo per la sua gran parte senza che ci venga pagata e che attraverso le nostre bollette, noi meridionali la paghiamo esattamente come la pagheremmo se non la producessimo! È evidente che così il nostro Pil è una frazione di quello di altri!
Quindi, secondo la visione di chi è venuto a Sorrento a portare la “buona novella”, il nostro futuro è nel produrre energia buona… che servirà ad altri e non ci sarà pagata; cioè siamo e dobbiamo rimanere vittime di una condizione dove il ricco Nord viene a sfruttare le nostre ricchezze (energia rinnovabile) portandosele al Nord senza nessun indennizzo o uno straccio di compenso. Si continua a voler sfruttare il Mezzogiorno a favore della burocrazia romana e delle industrie (o la finanza) del nord.
Tra meridionalismo piagnone e rivendicativo e meridionalismo della spesa pubblica drogata dal PNRR (cioè da debiti) si sono dimenticati fino a non dedicare neanche una parola (dico, neanche una! almeno leggendo le agenzie) delle imprese del sud. Le nostre imprese che sono rimaste nane per la cronica ultradecennale carenza del sistema creditizio meridionale e per gli impacci posti dalla burocrazia locale e nazionale, vengono dimenticate totalmente! Neanche una parola! Non sarà questo un segnale della disistima che nutrono verso di noi? Non sarà che di noi non hanno alcuna considerazione se non per l’utilizzazione/razzia del nostro sole, vento, gas e petrolio?
La vastità della questione e la modestia anche intellettuale delle proposte che abbiamo sentito e qui sommariamente riportate ci impone di proporre in maniera fermissima e convinta la costituzione di una cabina di regia tra tutte le regioni del Sud continentale che sottragga a sindaci e politicanti vari la gestione dei danari del PNRR, per utilizzarli in maniera da creare le sinergie necessarie e di effettuare le riforme che meglio si adattano alle realtà meridionali, cominciando dalla burocrazia intesa in senso lato. Serve un respiro mediterraneo e non comunale; serve una idea proiettata ad un futuro che certamente sarà differente dal passato anche recente; serve smantellare la dipendenza verso l’estero regalataci da uno sconsiderato mondialismo che non è solo energetico ma anche alimentare; e dipendere dal grano ucraino che fino a qualche anno fa era considerato radioattivo…. per i meridionali è una vera beffa che si aggiunge all’ingiuria del danno economico.
Sappiamo che non saremo ascoltati perché il PNRR ha già scatenato i più bassi istinti della famelica classe politica di ogni parte di Europa che vive di spesa pubblica e di clientele.
Noi meridionali dobbiamo discutere di Mezzogiorno e affrontare diversamente le tesi sostenute a Sorrento, perché esse partono da considerazioni errate e da interessi di parte, che non possiamo più accettare, poiché si corre il rischio che si possa credere che siano quelle giuste, mentre ci condannerebbero a rimanere una colonia.
CANIO TRIONE