La Corte costituzionale ha dichiarato
illegittimo l’automatismo che assegna al neonato il solo cognome del padre.
Non più nel nome del padre, e non è di Dio che
stiamo parlando, bensì di umanissimi papà, di cognomi e di come evolve la
nostra società.
D’ora in avanti, al neonato non sarà più dato
in automatico il cognome del padre ma quello di entrambi i genitori.
«La Corte Costituzionale ha dichiarato
l’illegittimità costituzionale di tutte le norme che prevedono l’automatica
attribuzione del cognome del padre, con riferimento ai figli nati nel
matrimonio, fuori del matrimonio e ai figli adottivi».
La Corte ha ritenuto: discriminatoria e lesiva
dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome
del padre. In virtù del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio,
entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che
costituirà elemento centrale dell’identità del figlio.
L’automatismo dell’attribuzione del cognome
del padre va in contrasto con i diritti
inviolabili del figlio e con il principio di non discriminazione riguardo alla
madre.
La regola diventa che il figlio assume il
cognome di entrambi i genitori nell’ordine da loro concordato, a meno che non
decidano insieme di attribuire soltanto il cognome di uno dei due.
L’aspetto curioso è che, in realtà, in Italia
non c’è mai stata una legge specifica che abbia detto che al figlio si
dovesse attribuire automaticamente il cognome del padre, né che fosse vietato
fare altrimenti.
Questa prassi di iscrizione all’anagrafe è,
infatti, sopravvissuta, appoggiandosi su una combinazione di norme diverse.
Non è casuale che siano molti in Italia i
“patronimici”, cioè cognomi che indicano la discendenza a partire dal nome
proprio del padre o della famiglia paterna, basti pensare a Dante Alighieri,
che in realtà è Durante degli Alighieri….così si sono formati e
cristallizzati tanti cognomi nel nostro paese.
Il tutto ha alla base una consuetudine legata
alla tradizione del diritto romano e al concetto di pater familias che ha
trovato un riflesso nel Codice civile italiano del 1942.
Nei decenni man mano che la società evolveva e
che la Costituzione trovava progressiva attuazione, i paletti di quei limiti di
legge si sono spostati: si sono fatti passi avanti in direzione del principio
di non discriminazione per le donne e per i figli, la “patria potestà” è stata
sostituita dalla “potestà genitoriale” e nel 2013 la potestà è scomparsa a
vantaggio della “responsabilità genitoriale” in tutto il Codice civile. Possono
sembrare concetti scontati nel 2022, ma forse non lo sono, intanto un altro passo in avanti è stato
fatto.
ROSSELLA PELLEGRINO