Ricordate il caso di Adelio Bocci il figlio sottratto dalla madre kazaka che grazie ad un stratagemma ha superato tutti i controlli doganali da Brindisi a Taraz in Kazakhstan? La domanda suona ancora beffarda: come ha fatto una donna di nazionalità kazaka con il solo permesso di soggiorno rilasciato in Italia a portare con se suo figlio minore, all’insaputa del padre (brindisino), senza passaporto e senza alcun documento di riconoscimento del bimbo? Eppure Adelio risulta in “carico” sul passaporto con suo padre e detto documento è a Brindisi presso la casa paterna. E’ un mistero? Balle, qui c’è lo zampino di qualcuno.
La vicenda Bocci come ricorderete da punto di vista legale è dalla parte del padre: la ex moglie è stata condannata con sentenza passata in giudicato, pende un mandato di cattura internazionale depositato presso l’Interpol con relativa estradizione, ci sono ben altre 4 denunce a carico della madre ma tutto tace.
A dirla tutta qualche timido accenno c’è stato da parte della Farnesina che anziché imporre il rispetto dei trattati internazionale si limita a dire che “è un caso attenzionato, sono stati allertati gli organi istituzionali e si attendo sviluppi” ( a me pare la solita risposta in politichese) intanto sono passati 6 anni.
Ad ogni modo ci sono novità, due in particolare: la prima e che è stata depositata presso la Questura di Brindisi una denuncia per maltrattamenti che il piccolo Adelio starebbe subendo con tanto di foto scattate dal padre durante le rarissime volte che riesce a parargli via whatsapp; la seconda e che oggi finalmente la famiglia Bocci è stata invitata presso gli uffici del Garante Regionale per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza a cui è stata esposta tutta la vicenda.
Alla riunione erano presenti, per conto dell’ufficio del Garante il dott. Giuseppe Del Grosso, per la famiglia di Adelio, il padre Giovanni e la sorella di Giovanni nonché zia di Adelio, la sig.ra Enza, la presidente dell’associazione Penelope Annalisa Loconsole e il dr. Franco Marella, socio di Penelope.
Una riunione fruttuosa ma con evidenti limiti d’azione da parte del Garante per via della sua funzione e finalità. Tuttavia il dr. Del Grosso ha dato tutta la disponibilità del suo ufficio a caldeggiare la questione e a sollevare interrogativi presso ogni altro organo istituzionale al fine di riallacciare i fili della questione e magari svegliare le coscienze di chi dorme sugli allori.
Il papà Giovanni lancia un appello: “Adelio sta tranquillo il tuo papà e la sua famiglia stanno lottando come leoni e alla fine vedrai che c’è la faremo”. Gli fa eco la presidente di Penelope: Adelio, Giovanni e la Sua famiglia non saranno lasciati da soli”.
Franco Marella