E’ da quasi un mese che la guerra imperversa in Ucraina. La Russia stenta perché non si aspettava una così agguerrita difesa da parte del popolo ucraino. Il motivo, o per lo meno la scusa più battuta, e che Putin non vuole l’Ucraina nella NATO. Tuttavia l’Ucraina è un paese cuscinetto a ridosso di altre nazione ad esempio la Polonia e temo (spero solo sia una mia illusione) che qualcuno aspetti un errore di calcolo da parte di Putin per imbracciare le armi.
La Polonia, oltre a far parte dell’Unione Europea (e quindi un suo attacco comporterebbe l’intervento degli altri Stati membri), ha aderito anche alla Nato. In caso di sua invasione si attiverebbe l’art. 5 del summenzionato Trattato
La diplomazia e il dialogo, nonostante i continui bombardamenti e gli incessanti spari, continuano. L’intento è quello di scongiurare un conflitto che vedrebbe coinvolto l’intero mondo. La storia ci insegna che le guerre europee non portano nulla di buono e spesso si evolvono in conflitti mondiali. Putin, portando la guerra in Europa, ha, di conseguenza, introdotto tale rischio.
E’ bene ricordare che l’art.11 della Costituzione recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa agli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, ma la domanda è ovvia: e se scoppiasse la guerra e l’Italia venisse coinvolta che succede?
Sappiate che benché l’Italia ripudi la guerra, quest’ultima, talvolta, è necessaria: non per attaccare, bensì per difendersi e risolvere crisi internazionali. Insomma tutte le nostre buone intenzioni si trasformerebbero in azioni al piombo e di più. La prima operazione di Guerra potrebbe essere la legge marziale.
In aiuto giungerebbero le truppe NATO così come previsto dall’articolo 5 del Trattato Nato. L’art. 5 del Trattato Nato sancisce: “Le parti convengono che un attacco armato contro una o più nazioni in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’art. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale. Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”.
Ad ogni modo, in Italia, alle armi ,i primi a rispondere sono i militari in servizio, compresi i Battaglioni dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, dopodiché se la causa le richiederebbe, a scalare, sarebbero chiamati i maschi dai 18 fino a i 45 anni e, verrebbero richiamati, coloro che abbiano cessato il servizio da non più di 5 anni.
Il nostro ordinamento militare in caso di guerra ha come caposaldo l’art. 52 della Costituzione che recita: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge. Il suo adempimento non pregiudica la posizione di lavoro del cittadino, né l’esercizio dei diritti politici. L’ordinamento delle Forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica.”
Ricordo ai lettori che In una Circolare dello Stato Maggiore dell’Esercito del 9 marzo si legge che bisogna valutare attentamente le domande di “congedo anticipato” e, inoltre, bisogna “provvedere affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri e i sistemi d’arma dell’artiglieria.
Dunque, non è possibile sottrarsi al servizio militare se il nostro Paese lo richiede. I motivi di salute sono gli unici a poter esonerare dal prestare servizio.
La guerra è una bestia incolore, morte e distruzione sono le misure minime per difendersi ma anche per attaccare, speriamo che non arrivi mai quel giorno e nel frattempo ci auguriamo una immediata soluzione del conflitto tra la Russia e l’Ucraina.
Franco Marella