“Vittoria per i lavoratori. È stato per il momento riparata un”ingiustizia a danno di migliaia di lavoratori schiavizzati nelle campagne leccesi da imprenditori e caporali senza scrupoli. Una sentenza che mette parzialmente fine a un sistema di potere a Nardò e non solo ai danni dei più deboli“. È il commento, affidato ai social, dell”associazione No Cap contro il caporalato all”annullamento, da parte della Cassazione, della sentenza della Corte di Assise di Lecce che tre anni fa aveva assolto imprenditori e presunti caporali dall”accusa di avere ridotto in schiavitù i braccianti impegnati nella raccolta di angurie e pomodori nelle campagne di Nardò, fra il 2008 ed il 2011.
Per i giudici il processo di appello deve essere rifatto. “La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado emessa della Corte di Appello di Lecce”, si legge nel post in cui si ricorda che “nel 2017, in primo grado, il tribunale di Lecce aveva riconosciuto per la prima volta il reato di riduzione in schiavitù e condannato padroni e caporali a pene altissime. Una vittoria – conclude il post – per i braccianti e una speranza per tutti i lavoratori”.