Mafia: ex assessore di Neviano da gip, nessun accordo elettorale con clan

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 “Non c’è stato alcun accordo in chiave elettorale con il clan Coluccia, ma solo millanteria nell’euforia della vittoria alle amministrative”. Ha respinto l’accusa di scambio politico mafioso davanti al gip del tribunale di Lecce, l’ex assessore alla cultura, alla scuola e al contenzioso legale del Comune di Neviano, Antonio Megha, avvocato, che dall’altro ieri è ristretto ai domiciliari nell’inchiesta coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce sul gruppo di stampo mafioso ritenuto guidato dai fratelli Antonio e Michele Coluccia di Noha di Galatina (Lecce).

L’interrogatorio di garanzia è durato circa un’ora e si è svolto davanti al gip Sergio Mario Tosi, alla presenza della pm della Dda salentina, Carmen Ruggiero. Secondo l’accusa, Megha in cambio di 50 voti, “prometteva 3mila euro, in 3 tranche, versandone una di mille, e di procacciare un posto di lavoro a un figlio di Michele Coluccia nell’impresa per la raccolta rifiuti”. Megha avrebbe promesso di mettere a disposizione del clan l’apparato politico-amministrativo di Neviano e di rappresentarne gli interessi nel territorio calabrese.

L’indagato, difeso dall’avvocato Giuseppe Corleto, ha ricostruito la vicenda relativa alle elezioni comunali di settembre 2020 e ha spiegato di conoscere Nicola Giangreco, che stando all’accusa sarebbe stato intermediario, da 40 anni. Megha ha poi ammesso di aver dato a Giangreco la somma di mille euro spiegando di averlo fatto a titolo di ringraziamento personale per averlo accompagnato in auto durante la campagna elettorale, avendo la sua dal carrozziere. Ha escluso che quel denaro fosse destinato a Coluccia, con il quale non ha mai avuto rapporti.

La difesa valuterà nei prossimi giorni se presentare ricorso al Riesame per chiedere la remissione in libertà di Megha che ieri si è dimesso sia da assessore comunale che da consigliere, essendo risultato eletto in una lista civica.

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