Mafia Lecce, il Gip: «Assessore un uomo civino e spregiudicato»

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 “Deve osservarsi nei riguardi di Antonio Megha che la condizione di apparente incensuratezza nasconde una personalità spregiudicata e una pervicace volontà a delinquere in spregio anche della funzione pubblica rivestita, poiché disposto a piegarsi ai desiderata mafiosa pur di perseguire il proprio successo personale e al fine di conseguire profitti”. Lo scrive il gip del tribunale di Lecce nel provvedimento con cui è stata ordinata la custodia ai domiciliari per l’avvocato Antonio Megha, 62 anni, attuale assessore del comune di Neviano, titolare delle deleghe alla Cultura, Istruzione e Scuola, Contenzioso legale e Neviano nel Mondo.

Megha risulta indagato nell’inchiesta coordinata dalla Dda di Lecce sul clan di stampo mafioso ritenuti guidato dai fratelli Michele e Antonio Coluccia. Secondo il gip è concreto e attuale il pericolo di reiterazione del reato “ossia la dichiarata disponibilità a soddisfare i desiderata mafiosa e, soprattutto le sue dichiarate intenzioni di piegare la funzione pubblica al proprio tornaconto personale facendone mercimonio”. Tutto questo – secondo il gip – è “significativo di una pervicace volontà a delinquere e di una personalità cinica e spregiudicata”. Nell’ordinanza sono riportati alcuni stralci di conversazioni intercettate all’indomani dell’elezione di Megha alle comunali di settembre 2020.”Intrattenendosi con alcuni imprenditori – scrive il gip – pianificava il ricorso alla corruzione quale modalità di esercizio della funzione pubblica con particolare riguardo all’aggiudicazione di appalti”.

“Cinque anni sono soldi”, si legge nella trascrizione di una intercettazione in cui ricorda anche di essere l’assessore più “vecchio” e che “gli altri sono tutti ragazzi, pure quelli che stanno ai lavori pubblici”. “Mi schiaffo (vado, ndr) a Novara, mi schiaffo a Catanzaro, e poi qua dove ho tutto in mano, ti passano sotto il naso”, dice Megha nel corso di un’altra conversazione intercettata. “II fotovoltaico, pale eoliche … quelle cose della Calabria, dei Casalesi tutti a Neviano, le fogne tutti a Neviano portiamo”.

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