Aveva rubato una melanzana nel 2013. Dopo di 6 anni e tre gradi di giudizio finisce in Cassazione il calvario del “ladro”

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La giustizia è inflessibile, dicevano i latini “dura lex sed lex ( la legge è legge) ma non è l’unico monito che potremmo indicare, pur tuttavia per i fatti che racconto è quanto mai attuale.

Commettere un reato è un’azione che corrisponde ad una conseguenza: la pena, e se entri nella rete della giustizia prima o poi questa pena arriva e fin qui non ho detto niente di straordinario.  Ho ascoltato moltissimi processi in aula di tribunale, ma , lo ammetto, non mi sono mai trovato davanti ad una “melanzana”, eh già il processo  ruotava intorno al furto di una, dico una, melanzana, neppure tanto grassa.

I fatti.

Un probabile Lupin ( non me ne voglia Maurice Leblanc, autore e scrittore della fortunata serie del ladro gentiluomo lo capisco che l’accostamento ad un ortaggio non è il massimo) , dicevo, un probabile Lupin, gironzolando per le campagne ha intravisto una “ bella melanzana” lucida e splendete ai raggi solari, non si è perso d’animo, con ineffabile destrezza ha rubato l’ortaggio dal colore bluastro convinto di trasformare il corpo del reato in una succulenta parmigiana. Dunque vediamo: furto e senz’altro riciclaggio. Si è così!

La vicenda risale al 2013 e si conclude nel 2018 quando la Cassazione sez. V con la sentenza n. 12823 esaminò il caso dell’addebito di furto relativo ad una melanzana prelevata da un campo coltivato. E’ tutto vero signori lettori!

Il “ladro” condannato in primo grado per furto, in secondo grado per tentato furto dovette attendere il pensoso e ponderato giudizio dei Supremi Giudici per arrivare al riconoscimento della tenuità del fatto.

Che cosa terribile quando un giudice equo dà una sentenza iniqua”, disse Sofocle. Il monito è quanto mai attuale e ci domandiamo: sono plausibili tre gradi di giudizio e 12 giudici per un processo di furto (tentato) di una melanzana?

Cercare di dare una risposta a questa semplice domanda significa riflettere sulla patologia del processo penale: sulle cause del sovraccarico e della correlata lentezza. Processi come quello in esame non dovrebbero iniziare e, comunque, dovrebbero finire presto: non davanti alla Corte di Cassazione, cinque anni dopo la sentenza di condanna pronunciata in primo grado.

Ma tutto quanto è reale, ahimè, tanto reale.

Franco Marella

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