E’ stato rinviato, per l’ennesima volta, al 6 luglio prossimo il processo davanti al tribunale monocratico di Lecce (presieduto dal giudice Bianca Maria Todaro, che peraltro sostituisce Silvia Saracino, in aspettativa) a carico di 18 persone tra le quali i vertici della multinazionale Tap (Trans Adriatic Pipeline) e i rappresentanti legali delle ditte incaricate dei lavori e, come persona giuridica, la stessa società che è stata impegnata nella realizzazione del gasdotto, proveniente dal Mar Caspio e dall’Azerbaijan con approdo, tanto contestato dalle associazioni ambientaliste e dagli enti locali, a Melendugno.
Oggi era previsto, dopo alcune questioni preliminari, che si entrasse nel dibattimento e nella richiesta di prove. In particolare si sarebbe dovuto ascoltare i testimoni citati dal pubblico ministero e in particolare quattro ufficiali di polizia giudiziaria del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri (Solombrino, Filannino Panico, Miccoli). La difesa di Michele Mario Elia, ex country manager della Trans Adriatic Pipeline Ag Italia, probabilmente l’imputato di maggiore spicco, ha presentato ieri un certificato medico e una richiesta di rinvio per legittimo impedimento.
L’ufficio del pubblico ministero non si è opposto. Da parte loro i difensori delle numerose parti civili (Comuni, associazioni ambientaliste e dei consumatori), hanno chiesto formalmente la separazione della posizione dell’imputato per il quale vi è legittimo impedimento.
Lo ha fatto l’avvocato Ladislao Massari, ma si sono associati tutti gli altri difensori delle parti civili. Il legale ha fatto presente “che nel prossimo futuro inevitabilmente un procedimento di questo tipo difficilmente potrà mai avere inizio, perché, tra tante parti costituite e l’emergenza epidemiologica, è molto probabile che si ponga questo problema”.
Il giudice monocratico Todaro ha ritenuto che “per esigenze di economia processuale, stante anche l’assenza del magistrato titolare del procedimento e l’attuale situazione pandemica, che, si spera, potrebbe non essere la stessa tra qualche mese, non si procede oggi alla separazione della posizione”. Quindi ha dichiarato “il legittimo impedimento dell’imputato Elia con sospensione dei termini di prescrizione per la durata di legge e si rinvia il processo al 6 luglio”.
E’ una storia piena di inciampi quella del processo ai vertici Tap. Già la prima udienza, quella dell’ maggio 2020 venne annullata a causa del covid. Nei mesi successivi 3 udienze su 5 sono state annullate. Le uniche che si sono tenute sono state quelle del 29 gennaio e del 9 aprile 2021. Tra i reati contestati, a vario titolo, ci sono il deturpamento di bellezze naturali, il danneggiamento, la violazione del testo unico in materia edilizia, l’inquinamento idrico. Il calendario prevedeva una seconda udienza il 28 gennaio.