Stampare soldi

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Ormai da un decennio si stampano soldi a gogo. Che vanno a favore degli Stati attraverso però il “mercato secondario” cioè le banche private. Pare che anche le obbligazioni delle big companies vengano acquistate dalle Banche Centrali; ma non lo si trova nero su bianco sui giornaloni e quindi noi facciamo finta di non saperlo; né sappiamo quanti sono i titoli di Stato acquistati dalla BCE e quanta parte dei debiti pubblici nazionali siano in mano alle autorità monetarie centrali. Un intero nevralgico settore dominato dalla opacità.

Questi soldi stampati non sono ottenuti dal lavoro e dalla vendita di beni e servizi ma sono creati dal nulla e quindi assimilabili a quelli falsi anche se “legali”; cioè li devi accettare come fossero frutto di diuturno lavoro, ma non lo sono. Le conseguenze:

Le Istituzioni finanziarie che li hanno percepiti hanno in cassa fiumi di soldi che non sanno come impiegare e che costa detenere infruttiferi;

Molti paperoni cercano di spenderli per guadagnare qualcosa speculando magari sulle materie prime più facilmente rivendibili come oro e petrolio originando inflazione da costi anche se sembra essere da domanda;

Il risparmio della gente comune perde progressivamente valore e si arriva a dover chiedere alle grandi banche perché si degnino (pagando commissioni) di custodirli; mentre l’inflazione se li mangia piano piano;

Le banche non vogliono più restituire i soldi depositati sui conti perché pur pienissime di liquidità lucrano sulle commissioni percepite su quei soldi incautamente depositati e quindi sopravvivono grazie alla loro gestione (per es. commissioni sulle spese effettuate con carte di credito);

Le banche fanno profitti ormai sulle commissioni e non più sugli interessi sui prestiti e quindi negano credito alle pmi e alle famiglie per le quali il sistema del credito è come se non esistesse;

L’economia reale stretta tra incremento incredibile dei costi e mancanza di credito sopravvivono a se stesse fino alla prossima chiusura;

Cioè un quadro da fine Impero e naturalmente tutto questo non è di dominio pubblico: la opacità regna sovrana. Il risultato è che il sistema è bloccato all’interno di ritualità molto precise: primo il credito è erogato a pochi che hanno già molti più soldi di quelli che chiedono; secondo la fiducia nel mercato mobiliare è al minimo e non si riprenderà; terzo le grandi banche e le grandi imprese cercano di fare indebitare gli stati (con cose come il PNRR ad esempio) per collocare almeno parte dei propri soldi; quarto le pmi si riducono facendo crollare occupazione e gettito; quinto il controllo capillare di questo “pensiero” su tutto il sistema non fa e non farà emergere nulla di nuovo nel futuro prossimo e remoto. Apparentemente le imprese esistono e lavorano e le banche pure; in realtà nessuna delle due produce utili e quindi non svolgono più il loro ruolo trainante; fino a quando? La opacità regna sovrana in un sistema bloccato. È evidente che tutto ciò è amplificato nelle aree più povere come il sud Italia. Un nonnulla può far saltare tutto in aria.

È tutto voluto o subito? Sembra più probabile che sia subito anche da super banchieri e super tecnici che sanno perfettamente la innaturalità di questa fase ma cercano solo di evitare o, almeno rimandare, il peggio; essi sono in tutta evidenza totalmente autoreferenziali e lo sanno; e sanno anche che solo un profondo smottamento -magari sociale- potrà imporre un cambiamento e risanamento.

E fino a quando ci sarà la minaccia del contagio la gente si sentirà divisa e non si muoverà. Dopo si vedrà.

Siamo sulla linea del Piave: e adesso come allora dobbiamo resistere, resistere, resistere.

 Canio Trione

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