“Con il via libera finale del Parlamento UE alle tre proposte legislative nelle quali si articola la riforma della Politica Agricola Comune, che entrerà in vigore nel 2023, si apre una fase nuova per la nostra agricoltura, che vedrà nel Piano Strategico Nazionale-PSN, da inviare all’Esecutivo UE entro fine anno, uno dei tasselli fondamentali dello sviluppo del comparto”. Lo ha sottolineato il presidente della Copagri Franco Verrascina, concludendo i lavori di due giornate di studio sulla PAC 2023-27 e sul PNRR, che hanno visto i presidenti regionali della Confederazione confrontarsi con numerosi rappresentanti delle istituzioni.
“Abbiamo organizzato questo importante dibattito per ascoltare dalla voce dei protagonisti le principali novità con le quali sarà chiamato a confrontarsi il primario nel prossimo futuro ed essere pronti a metterle in pratica e a rappresentarne le numerose opportunità ai nostri associati”, ha spiegato il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista, che ha aperto i lavori.
La prima giornata dei lavori è stata dedicata alla PAC, tema su cui si è concentrato l’intervento di Frascarelli, che dopo aver delineato il quadro della riforma e aver ricordato le minori risorse a disposizione del nostro paese, ha passato in rassegna le implicazioni legate alla condizionalità e agli ecoschemi, temi che andranno delineati nel dettaglio nel PSN, e le principali novità portate dal Green Deal.
Blasi, dopo aver assicurato il massimo impegno del Dicastero delle Politiche Agricole per la chiusura del PSN, ha spiegato che un obiettivo fondamentale delle politiche in discussione sarà quello della semplificazione. Pentassuglia ha evidenziato le numerose opportunità legate allo sviluppo dell’olivicoltura e della zootecnia, quei settori produttivi della Regione Puglia che al momento sembrano essere in maggiore sofferenza.
Proseguendo nei lavori, prima delle conclusioni di Verrascina, è stato fatto il punto sullo stato dell’arte della transizione digitale, con particolare riferimento al gravoso gap infrastrutturale che sconta il nostro Paese rispetto ai principali competitor europei. Stefàno ha ricordato che l’innovazione digitale e la sostenibilità ambientale sono fondamentali per il futuro del comparto, il cui sviluppo passerà anche dall’aggregazione, chiave di volta per poter andare incontro alle esigenze della GDO.